Principi generali di Analisi Tecnica

  

C’era una volta……  Charles Dow (più noto, in binomio con Jones, per la creazione dell’indice Dow-Jones) il quale paragonava gli andamenti di Borsa alle maree.

Come, infatti la progressiva accentuazione o il progressivo indebolimento delle successiva ondate rivela una fase di alta marea o una di bassa marea, così un indice di Borsa o il prezzo di un titolo, tradotto in grafico, rispecchia un ciclo al rialzo quando le fluttuazioni successive toccano punte sempre maggiori e, viceversa, rispecchia un ciclo al ribasso quando le fluttuazioni successive toccano livelli sempre minori. (*)

Questa concezione rappresenta la prima pietra di quell’edificio che va sotto il nome di “analisi tecnica di borsa” e racchiude in sé, nella sua estrema semplicità, il germe di tutte le evoluzioni che si sono succedute fino a oggi.  

(*) Vedi anche "Principi fondamentali del mercato azionario secondo la teoria di Chales Dow"

 

Emergono, principalmente, due concetti basilari:

Quest’ultimo aspetto, in particolare, caratterizza l’analisi tecnica sulla base del principio che i prezzi scontano tutto: non solo gli aspetti economici di fondo, ma anche speranze, paure, umori, razionali e irrazionali, dei compratori e dei venditori; tutti fattori che, normalmente, sono ritenuti inquantificabili ma che, invece, alterano sistematicamente e significativamente il valore teorico di un bene quotato.

 

TREND

 Premessa

La tendenza o trend non è altro che la direzione lungo la quale si muove il grafico delle quotazioni di un bene finanziario.

Di norma, il movimento presenta una serie di oscillazioni che possono rendere poco evidente questa direzione di marcia se non si definiscono prima le regole interpretative.

Se si osserva l’andamento di un grafico di lungo periodo, diciamo di più anni, si può rilevare, all’interno di una tendenza di massima ben definita, l’esistenza di finestre temporali ridotte durante le quali il movimento si sviluppa in direzione opposta a quella principale; se si scende ancora in maggiore dettaglio si possono osservare ulteriori movimenti in controtendenza rispetto a quelli precedenti; e così via.

Tutto questo significa che l’individuazione di una tendenza non può prescindere dalla preventiva definizione dell’arco temporale di osservazione: ciò che, ad esempio, può apparire come una tendenza al ribasso di breve periodo, se guardata in un quadro più generale, si rivelerà probabilmente come una semplice correzione temporanea di una tendenza al rialzo di più lungo periodo.

 

Trendlines

Una volta stabilito quale deve essere l’ambito di osservazione, si adotta generalmente una tecnica molto semplice per l’evidenziazione della tendenza da rilevare: si uniscono con una retta più punti di minimo relativo in caso di movimento ascendente o più punti di massimo relativo in caso di movimento discendente. Queste rette prendono il nome di trendlines o linee di tendenza.

 

Naturalmente, una volta tracciata la trendline, può accadere che il movimento, pur mantenendo la stessa direzione, accentui significativamente angolazione accelerando. Sta alla sensibilità dell’analista la decisione sull’opportunità di mantenere la vecchia trendline o di tracciarne una nuova. Normalmente, a meno che non si vogliano rilevare tendenze di periodo minore rispetto a quello sotto osservazione, si provvederà a tracciare una nuova trendline solo se le nuove oscillazioni presentano all’incirca la stessa ampiezza di quelle precedenti; in caso contrario sarà opportuno considerarle come movimenti minori nell’ambito di un trend più ampio.

 

Un grafico che viola o, come più comunemente si dice, perfora la trendline segnala un esaurimento del trend in atto. Pertanto, un trend si considera esaurito se il grafico scende sotto il livello della trendline nel caso di movimento ascendente o sale sopra il livello della trendline nel caso di movimento discendente.

Per quanto detto prima, naturalmente, l’esaurimento di un trend di una determinata ampiezza rappresenta la ripresa del trend di ampiezza superiore: la fine di un trend in discesa da un mese significa ripresa del trend rialzista di un più lungo periodo.

 

Canali

Si usa spesso tracciare una parallela alla trendline facendola passare per almeno un punto di massimo se la trendline è ascendente o un punto di minimo se la trendline è discendente.

Si ottiene, così, un canale la cui logica interpretativa è identica a quella delle trendlines.

Il canale dà, in più, la visione dell’ampiezza delle oscillazioni e, quindi, la possibilità di valutare lo spessore del mercato. Canali più ampi, infatti, derivano da un maggiore spessore del mercato e sono solitamente riferiti a periodi temporali più lunghi; pertanto, proprio perché maggiormente consolidati, riflettono maggiori probabilità di persistenza del trend.

Viceversa, canali ristretti, specie se particolarmente ripidi, risultano abbastanza fragili e poco affidabili.

 

Osservazioni

Può accadere, naturalmente, che il valore quotato del quale si traccia l’andamento si snodi, tra alti e bassi, in direzione laterale. La scarsa direzionalità prende il nome, in tal caso, di congestione, ma restano ugualmente validi i concetti sopra esposti.

 

 

 

SUPPORTI E RESISTENZE

  

Definizione

Nel grafico delle quotazioni di un valore finanziario si possono rilevare dei livelli di prezzo che, in qualche maniera, ostacolano il proseguimento della tendenza in corso: questi ostacoli prendono il nome di supporti e resistenze.

In altri termini, il supporto non è altro che un livello che si oppone al proseguimento di un trend discendente: visivamente, si può osservare che il grafico arresta la sua discesa, tentenna, rimbalza una o più volte per poi invertire la rotta o proseguire definitivamente nella direzione iniziale; in questo secondo caso, la violazione del supporto racchiude implicazioni fortemente negative per il successivo andamento delle quotazioni, dal momento che le forze che si opponevano all’ulteriore discesa vengono sconfitte.

Ribaltando il concetto, la resistenza è un livello di prezzo che ostacola il proseguimento di un trend ascendente: in prossimità di una resistenza, il grafico arresta la sua ascesa, tentenna, rimbalza una o più volte all’ingiù prima di ridefinire la direzione di marcia; così come per il supporto, anche la violazione di una resistenza implica delle conseguenze, questa volta positive, dovute alla sconfitta delle forze che si opponevano all’ascesa dei prezzi.

 

Tipologie

Si possono individuare diversi tipi di supporti e resistenze, tutti con le stesse implicazioni appena viste.

Un primo tipo è costituito da un livello di prezzo che, nell’esame della serie storica, ha più volte dato prova di impedire il proseguimento della tendenza. In questi casi, l’efficacia del supporto o della resistenza è tanto maggiore quanto più è recente la sua presenza nella serie storica, soprattutto se il fenomeno si è ripetuto più volte nel tempo. La sua efficacia, inoltre, sarà ancora maggiore se, nel passato, il freno alla tendenza in atto si è manifestato in presenza di volumi consistenti.

Oltre a questi livelli, statici, possono essere individuati anche livelli dinamici, sia di supporto che di resistenza, i quali svolgono la stessa funzione di quelli appena visti. Così è, ad esempio, per una trendline. Le linee di tendenza, infatti, assolvono per definizione a una funzione di delimitazione della tendenza in corso e, di conseguenza, a una funzione di supporto, se la trendline è ascendente, o di resistenza, se la trendline è discendente.

Anche una media mobile delle quotazioni, della quale parleremo nel capitolo relativo all’analisi algoritmica, si può opporre, con gli stessi effetti, a un ulteriore sviluppo dell’andamento in corso.

 

Efficacia

Benché supporti e resistenze svolgano un ruolo primario nell’esame dei grafici dei prezzi, è necessario puntualizzare che la loro corretta individuazione non è sempre agevole a causa della mancanza di punti realmente oggettivi che ne costituiscono la base.

Persone diverse tendono a tracciare trendlines su punti di svolta diversi, a costruire medie mobili con parametri diversi, a individuare livelli statici di prezzo sulla base della propria esperienza e degli obiettivi temporali dei propri investimenti.

Tutto questo, pur non sminuendo la validità dei supporti e delle resistenze, ne subordina la reale efficacia segnalatoria alla competenza dell’analista.

In considerazione della natura propedeutica di questi appunti, non è il caso di addentrarsi nell’esame delle motivazioni che portano alla formazione di supporti e resistenze e nell’analisi dei fattori che ne giustificano l’attendibilità. E’ sufficiente sapere che, il più delle volte, si tratta di motivazioni di carattere psicologico che spingono la massa degli investitori a reagire a certi stimoli in maniera uniforme; inoltre, la conoscenza del fenomeno talvolta costituisce di per sé stessa causa di determinati comportamenti.

 

 

ANALISI GRAFICA

 Principi di base

Uno dei dogmi dell’analisi tecnica si fonda sul principio che la storia ripete sé stessa.

Partendo da questo assunto, viene spontaneo ipotizzare che alcuni comportamenti si riproducano con sistematicità rendendo possibile, se individuati in tempo, la formulazione di ipotesi sulla successiva evoluzione.

La branca dell’analisi tecnica che si dedica allo studio di questi patterns ripetitivi, detta analisi grafica o chartismo, individua, nei grafici dei prezzi, alcune figure standard alle quali assegna dei significati ben precisi.

Prima di descrivere le più importanti occorre precisare che, in relazione alla evoluzione normalmente manifestata nel tempo, queste figure possono assumere caratteristiche di:

Le figure di consolidamento si formano nel corso di una fase di assestamento, in attesa che le quotazioni riprendano la tendenza originaria o invertano il loro andamento.

Le figure di inversione, invece, si formano al culmine di una tendenza definita e anticipano l’avvio di un movimento contrario.

 

Figure di consolidamento: triangoli

Si formano con successive oscillazioni del grafico all’interno di due rette che delimitano massimi e minimi convergenti.

Si distinguono in tre tipi:

a) simmetrici, caratterizzati dall’esistenza di due trendlines convergenti, inclinate nella stessa misura ma in direzione opposta;

 

 b) ascendenti, caratterizzati dall’esistenza di una retta di supporto ascendente e di una di resistenza orizzontale; hanno carattere previsivo prevalentemente rialzista;

  

 c) discendenti, caratterizzati dall’esistenza di una retta di resistenza discendente e di una di supporto orizzontale; hanno carattere previsivo prevalentemente ribassista.

A prescindere dal tipo di triangolo in corso di formazione, solo la perforazione del supporto o della resistenza può dare indicazioni sulla futura evoluzione della tendenza.

 

Figure di consolidamento: bandiere

Si formano, dopo una forte espansione del trend sottostante, con uno sviluppo temporaneo del grafico all’interno di un canale orientato in direzione contraria a quella del trend principale, la cui ripresa ha origine solo con la perforazione del lato del citato canale opposto a quello della pendenza.

 

 

 Figure di consolidamento: rettangoli

Sono caratterizzati da una serie di oscillazioni del grafico all’interno di due rette parallele orizzontali. E’ la perforazione del supporto (parallela inferiore) o della resistenza (parallela superiore) che fornisce indicazioni in merito alla futura evoluzione della tendenza.

 

Figure di inversione: testa e spalle - testa e spalle rovesciato

La più nota figura di inversione prende il nome di testa e spalle.

Nel corso di un trend rialzista, il grafico ripiega formando un primo picco, la spalla sinistra. Successivamente, i prezzi riprendono a salire portandosi al disopra del primo picco prima di ripiegare approssimativamente a livello del precedente avvallamento; il nuovo picco prende il nome di testa. Infine, i prezzi hanno un’ultima impennata, fino a un livello più basso di quello della testa, per poi ripiegare una terza volta formando così la spalla destra.

La figura, a questo punto, non è ancora confermata. Perché si abbia conferma della inversione della tendenza in corso è necessario tracciare una retta passante per i primi due minimi, la linea del collo o neckline; solo dopo che il grafico avrà perforato verso il basso questa linea si potrà considerare avviata una nuova tendenza ribassista. Occorre tenere presente peraltro che, solitamente, dopo essere sceso al disotto delle neckline, il grafico rimbalza provvisoriamente a livello della stessa neckline prima di riprendere definitivamente la strada del ribasso.

Specularmente al testa e spalle, si può parlare di testa e spalle rovesciato quando l’analoga figura si forma, all’inverso, al termine di una tendenza ribassista.

 

Figure di inversione: doppio massimo - doppio minimo

Il doppio massimo si forma al culmine di una tendenza rialzista con l’apparizione di un primo ripiegamento, un successivo rimbalzo a livello del precedente picco e, infine, un ultimo ribasso al disotto del supporto passante per l’avvallamento formatosi tra i due picchi. Solo la perforazione di tale supporto costituisce conferma dell’avvenuta inversione di tendenza. Peraltro, così come visto anche per il testa e spalle, è frequente rilevare la presenza di un rimbalzo del grafico fino a livello del precedente supporto, ora resistenza, prima dell’avvio definitivo della nuova tendenza ribassista.

Specularmente al doppio massimo, si può parlare di doppio minimo quando l’analoga figura si forma, all’inverso, al termine di una tendenza ribassista.

 

 

Figure di inversione: triplo massimo - triplo minimo

Il triplo massimo presenta le caratteristiche, congiunte, del testa e spalle e del doppio massimo. Anche il triplo minimo, ovviamente, presenta le caratteristiche del testa e spalle rovesciato e del doppio minimo.

 

Osservazioni

Le figure esaminate sono solo alcune, le principali, tra quelle individuate dai chartisti. Caratteristica comune è che esse rappresentano sempre la lotta in atto tra rialzisti e ribassisti e trovano conferma solo con la perforazione dei livelli di supporto o di resistenza tipici di ciascuna di esse.

 

ANALISI ALGORITMICA

 Premessa

Con l’avvento dei computers, l’analisi tecnica ha fatto un enorme balzo in avanti: non solo grazie alla possibilità di tracciare istantaneamente quei grafici che, prima, dovevano essere disegnati con righello e matita, ma anche e soprattutto per la possibilità di manipolare quantità enormi di dati e di estrarre da essi informazioni di vario tipo attraverso la costruzione di specifici indicatori.

Per la verità, alcuni di questi indicatori erano stati ideati tempo prima dell’era informatica, ma solo successivamente si è resa possibile sia la loro sofisticazione che la loro diffusione di massa. Solitamente non vengono utilizzati, singolarmente, in chiave operativa ma hanno funzioni di supporto all’esame dei grafici; in alternativa, se utilizzati congiuntamente, possono formare la base di sistemi operativi complessi (i trading systems) che forniscono segnali di acquisto o di vendita al verificarsi di determinate condizioni.

In linea col resto del lavoro, illustreremo solo gli indicatori più semplici la cui comprensione è presupposto essenziale per approfondimenti successivi:  

  1. medie mobili;

  2. momentum e roc;

  3. pista ciclica.  

Medie mobili

Una media mobile non è altro che la media delle ultime N quotazioni; ogni giorno che passa, si aggiunge il valore nuovo e si procede al ricalcolo.

Presenta alcune caratteristiche:

Esistono diversi tipi di medie mobili, ma le più diffuse sono:  

La prima si calcola facendo il rapporto tra la somma delle quotazioni degli ultimi N giorni e il loro numero:

 

                                      q1 + q2 + q3+ . . . . . . . .qn

                                                         n                         

 

La seconda tiene traccia della serie storica delle quotazioni, privilegiando quelle più recenti.

Il primo valore si calcola come media aritmetica semplice.

I valori successivi vengono calcolati con la seguente formula:

 

C*2/(ng+1)+M*(1-2/(ng+1))

 

con:

C = ultima chiusura

M = media precedente

ng = numero giorni (ampiezza della media)

 

Al costo di un procedimento di calcolo un po’ più complesso, la media esponenziale presenta il vantaggio di attenuare notevolmente il fenomeno degli sbalzi, tipici delle medie aritmetiche semplici, dovuti non all’effetto del dato più recente ma a quello della eliminazione del dato più antico.

L’utilizzo più semplice che si può fare di una media mobile è quello di procedere ad acquisti di titoli quando il prezzo passa da sotto a sopra (perfora al rialzo) la propria media e di procedere a vendite nel caso inverso.

Tale tecnica, sicuramente pagante nei periodi di tendenza fortemente definita, presta il fianco sia a una operatività poco tempestiva per via dei ritardi nelle segnalazioni che, in periodi poco direzionali, a una serie di falsi segnali allorquando i prezzi cominciano a oscillare ripetutamente sopra e sotto la propria media.

Un’alternativa, sempre inficiata dall’inconveniente del ritardo e, un po’ meno, dai falsi segnali, può essere quella di procedere ad acquisti quando la media svolta verso l’alto e a vendite quando svolta verso il basso.

  

Momentum e Roc

Il momentum è un indicatore di velocità della tendenza: sapendo che la velocità è data dal rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato a pecorrerlo, possiamo dire che il momentum è il rapporto tra una variazione di prezzo e il tempo in cui tale variazione è avvenuta.

Quindi, il momentum non è altro che la risultante della seguente formula:

   

prezzo attuale - prezzo N giorni addietro

                           N

 

Ora, a differenza della velocità di percorrenza di uno spazio, nel nostro caso N è una costante in quanto, una volta fissato, viene preso a base invariabile per i calcoli; può quindi essere tolto tranquillamente dal denominatore così che il momentum diventa:

                                                         

prezzo attuale - prezzo N giorni addietro

 

Più che il momentum, calcolato come differenza dei prezzi, si utilizza spesso il ROC (rate of change) che relativizza le variazioni con la seguente formula:

 

100 * (prezzo attuale - prezzo N giorni addietro)

                   prezzo N giorni addietro

 

Momentum e ROC oscillano intorno allo zero e segnalano trend rialzista se assumono valori crescenti e trend ribassista se assumono valori decrescenti.

Per ridurre l’erraticità del segnale, si calcola normalmente una media mobile del momentum o del ROC e ci si riferisce ad essa piuttosto che all’indicatore puro.

Segnali operativi possono essere ricavati quando l’indicatore perfora la propria media mobile verso l’alto (segnale di acquisto) o verso il basso (segnale di vendita), oppure quando attraversa la linea dello zero. Ribadiamo comunque il concetto che tali segnalazioni presentano tanti di quei punti deboli da non risultare realmente efficaci se utilizzate nella maniera appena indicata.

Altri segnali che possono essere forniti dagli indicatori in esame si riferiscono alla rilevazione di situazioni di eccesso (ipercomprato e ipervenduto):  infatti, in un grafico dell’andamento storico del momentum o del ROC, si possono individuare dei picchi estremi, a livello dei quali il mercato o il titolo hanno arrestato o invertito la loro direzione di marcia; questi livelli possono essere considerati dei campanelli di allarme qualora dovessero essere toccati dall’indicatore nella situazione corrente.

 

Pista ciclica

E’ data dalla differenza percentuale tra una quotazione e una sua media mobile. Fatta uguale a zero la media mobile, la pista ciclica può essere rappresentata graficamente come una linea che oscilla a cavallo di un asse orizzontale (la media mobile) rivelando un rafforzamento della tendenza, positivo e negativo, tanto maggiore quanto più il suo andamento si allontana dalla linea dello zero.

Inoltre, così come visto anche per momentum e ROC, si possono individuare dei livelli storici di ipercomprato e ipervenduto ai quali ci si può riferire per valutare il grado di tensione della situazione corrente.

 

 

Osservazioni

Malgrado gli sforzi effettuati dagli analisti, non è stato ancora individuato, e probabilmente non lo sarà mai, l’indicatore perfetto.

Ognuno, tra pregi e difetti, permette di cogliere solo alcune caratteristiche di un andamento dei prezzi, e non sempre con efficacia costante.

Fra l’altro, accade spesso che indicatori diversi offrano segnali discordanti a fronte di una medesima situazione: sta alla bravura dell’analista coglierne il significato di sintesi in relazione anche ai segnali che provengono da altri tipi di analisi.

 


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