L'origine della Borsa
 

Fino a pochissimo tempo fa s’intendeva la Borsa come un luogo preciso, un mercato organizzato, regolamentato e pubblico dove si scambiano titoli e valute che rientrano tra i valori mobiliari (azioni, obbligazioni e titoli di Stato) ed è per questo che si chiama Borsa valori. In realtà oggi la Borsa non è più un luogo fisico ma un sistema telematico organizzato in una rete di computer collocati negli uffici degli intermediari.

Quando e perché è nata la Borsa? La sua origine è medievale e nasce in una città belga, a Bruges, dove i mercanti si cominciavano a dare appuntamento per concludere compravendite di titoli, come i certificati rappresentativi di un credito (precursori degli attuali assegni).
Nella piazza di Bruges c'era un palazzo sulla cui facciata vi erano scolpite tre borse, stemma della famiglia

proprietaria dell'edificio, i Van Der Borse. I mercanti si incontravano dunque "à la Borse" e da allora venne a significare una prima forma di mercato mobiliare organizzato. In quell’epoca coloro che acquistavano offrivano "Denaro", mentre quelli che vendevano offrivano la "Lettera" ossia il documento cartaceo, e da qui la diffusione dei due termini "Denaro" e "Lettera" ancora oggi diffusi. Il denaro rappresenta quello che si è disposti a pagare per acquistare un titolo, la lettera è, invece, la richiesta di denaro da parte del venditore. (es.: se la migliore offerta di acquisto è di 20 €, si dice che il denaro è 20, mentre la lettera si riferisce alla richiesta del venditore che può essere di 20,05).

A New York la Borsa nasce il 17 maggio 1792 quando alcune persone si trovarono a discutere di un prestito contratto tempo prima  per il finanziamento della guerra di indipendenza contro  la  Gran Bretagna.  Il luogo  scelto per  l'incontro

era il numero 68 di Wall Street, strada del muro, perché lì furono erette barricate difensive contro gli indiani. Ancora oggi è in questa strada che sorge la Borsa di New York, che è la più importante del mondo. L'8 marzo 1817 vede l'atto di costituzione ufficiale della borsa statunitense con il nome di "New York Stock & Exchange Board", il 29 gennaio 1863 la borsa americana cambia nome assumendo la denominazione, oggi utilizzata, di New York Stock Exchange (NYSE).


Per quanto riguarda l'Italia, è a Milano che alla fine del Settecento si era sentita l’esigenza di un punto d'incontro tra la domanda e l'offerta. Ufficialmente la Borsa di Milano nasce con il decreto napoleonico il 16 gennaio 1808 e il 6 febbraio successivo vennero aperti due locali provvisori presso il Monte di Pietà anche se l'anno seguente venne trasferita in Piazza dei Mercanti. La grande espansione economica del nuovo secolo rese necessaria l'introduzione di una legge organica in materia borsistica, tale legge fu varata nel 1913 e per gli ottant'anni successivi ha dettato le regole di funzionamento del mercato.

Facendo un salto in avanti negli anni, arriviamo a quando è stata recepita la normativa europea sull'intermediazione mobiliare e i servizi d'investimento, che ha posto le premesse per la privatizzazione dei mercati finanziari. Il decreto legislativo in seguito alle direttive Cee 93/6 e 93/22, ha stabilito che: "l'attività di organizzazione e gestione di mercati regolamentati di strumenti finanziari ha carattere di impresa ed è esercitata da società per azioni, anche senza scopo di lucro (società di gestione)".

Una regola fondamentale nell'ambito del mercato azionario è che gli addetti alla compravendita dei titoli siano soltanto gli intermediari autorizzati a farlo. Il risparmiatore che vuole comprare o vendere titoli deve rivolgersi a un intermediario autorizzato, il quale esegue in Borsa l'ordine ricevuto dal suo cliente. Il fatto che la Borsa non sia aperta a tutti riduce al minimo i rischi di truffa in quanto le autorità di vigilanza tengono sotto stretto controllo gli intermediari.

Prima dell'introduzione delle nuove regole europee gli unici intermediari autorizzati erano le SIM (società di intermediazione mobiliare) e gli agenti di cambio, adesso anche le Banche sono state autorizzate a operare direttamente in Borsa.

Molto curiose, sempre fino in tempi molto recenti, erano le modalità di comunicazione tra gli intermediari autorizzati alla compravendita dei titoli per conto dei risparmiatori. Le contrattazioni si svolgevano in un grande salone (per esempio a Milano in Piazza Affari dove ha sede la Borsa e vigeva il sistema "dell'asta a chiamata" introno a recinti detti "grida" o "corbeille". Un banditore nominava uno alla volta i titoli trattati in Borsa (come Fiat, Generali, Pirelli etc) e ogni volta che veniva chiamato un titolo, gli intermediari si sbracciavano e urlavano per cercare di concludere affari su quel titolo specifico. Per esempio se un agente voleva dire a un altro di acquistare le azioni Toro, agitava una mano verso se stesso e con l’altra esprimeva il gesto delle corna, simbolo del toro.
 

Oggi questo modo di esercitare in Borsa non si usa più. Le tecnologie hanno permesso la "dematerializzazione dei titoli"; le azioni non esistono fisicamente come certificati cartacei.
Vengono invece registrati nei computer gli affari di compravendita conclusi (funzione questa svolta dalla Monte Titoli).
Il sistema dell’asta è stato sostituito da quello telematico a piccoli passi e il computer in questo settore ha offerto notevoli vantaggi, primo tra tutti è quello della trasparenza. Con il computer si registra ogni mossa (dall’ora in cui è avvenuta la transazione al prezzo al quale sono stati scambiati i titoli). Un altro vantaggio fondamentale è che oggi tutti i titoli quotati in Borsa vengono scambiati attraverso il circuito telematico che è uno dei più avanzati sistemi di contrattazione d’Europa.



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